venerdì 17 novembre 2017

Il Premio Letterario Serantini al ravennate Paolo Casadio. Domenica 19 novembre a Cesena la cerimonia pubblica di conferimento



Il Premio Letterario Serantini al ravennate Paolo Casadio

Domenica 19 novembre a Cesena la cerimonia pubblica di conferimento

 

Domenica 19 novembre alle ore 10 a Cesena (Villa Silvia-Carducci in via Lizzano, 1241) si svolgerà la cerimonia pubblica della XVI Edizione del Premio Letterario Serantini, premio biennale conferito, grazie al sostegno della Fondazione Serantini, a un romanzo di "ispirazione romagnola". A ricevere il riconoscimento sarà il ravennate Paolo Casadio per "La quarta estate", edito da Piemme-Mondadori.

 L'appuntamento rientra nell'ambito della 271esima tornata del Tribunato di Romagna, l'Associazione (fondata nel 1967 su impulso di Alteo Dolcini e del giornalista Max David) che ha per scopo l'affermazione e la salvaguardia del patrimonio culturale e delle tradizioni romagnole, nonché la valorizzazione dei prodotti tipici del territorio.

Dopo i saluti del Primo Tribuno, Franco Albertini, e dell'Assessore alla Cultura del Comune di Cesena, Cristian Castorri, la giornalista e scrittrice Letizia Magnani introdurrà la premiazione facendo un ricordo di Francesco Serantini, scrittore romagnolo nato a Castel Bolognese nel 1889 e deceduto a Faenza nel 1978. Sarà Paolo Meldini, Presidente della Giuria, assieme a Isabella e Viola Serantini, a conferire il premio a Paolo Casadio.

Ad allietare l'appuntamento ci sarà anche l'intrattenimento "canoro-romagnolo" a cura di Celeste e Matilde Pirazzini.

Nato a Ravenna nel 1955, figlio di una generazione cui i genitori non insegnavano il dialetto, Paolo Casadio s'interessa da anni alla lingua e ai racconti della sua terra. Esordisce come coautore con il romanzo Alan Sagrot (Il Maestrale, 2012). "La quarta estate", ambientato a Marina di Ravenna nel 1943, è il suo primo romanzo come autore singolo.

 "La quarta estate". L'estate che cambierà per sempre la sua vita, quella del 1943, inizia con un lungo viaggio, dal Garda, dov'è nata e cresciuta, a Marina di Ravenna, dove per tre mesi dovrà esercitare la sua professione; sola, per la prima volta. Sa che spostarsi è pericoloso, ma il suo lago è divenuto ormai troppo stretto e ha bisogno di andarsene per dimostrare a se stessa, più che agli altri, chi desidera diventare. Un medico. Una donna. Entrambe le cose.

Ma anche così lontano da casa, il pregiudizio l'ha seguita. Quando compare sulla soglia del sanatorio, infatti, le infermiere, le suore, comprendono che, a dispetto del suo nome, Andrea Zanardelli non è il dottore che si aspettavano. C'è stato un errore, a cui però è impossibile porre rimedio. Unico rimprovero, il loro sguardo muto e sorpreso. Comincia quindi nel silenzio quell'estate. Un silenzio spezzato solo dall'inquieto moto delle onde del mare che Andrea non ha mai visto e dalle grida dei bambini che deve curare. Un silenzio lontano anni luce dalla guerra, dalla fine delle illusioni imperiali, dai proclami gridati, dalle divise e dai morti.

Ma che non durerà a lungo. Perché quell'estate segnerà una svolta per la storia del Paese e per la sua vita. E non sarà più possibile tornare indietro.

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